Il nome della pianta (satureja) deriva, forse, da "séro" (seminare), o dal greco "sàturos". Viene anche chiamata "Santoreggia montana" perché cresce a certe altezze proprio in queste zone. Gli antichi la usavano come erba afrodisiaca e, per questa ragione, non era possibile coltivarla all'interno dei monasteri.
La santoreggia predilige un terreno sabbioso o roccioso, fertile e ben drenato. Si consiglia di applicare sul fondo del vaso uno strato di argilla espansa per evitare i ristagni idrici.
La pianta ha un profumo aromatico e un'altezza che raggiunge quasi i 40 cm. Ha un andamento cespuglioso, foglie lanceolate con un picciolo. I fiori che crescono con la bella stagione sono di colore bianco o rosa chiaro.
Le irrigazioni della pianta non sono mai abbondanti, ma regolari. Dovranno essere più intense nei mesi di gran caldo o in periodi di siccità (stando sempre attenti ai ristagni idrici).
L'esposizione ideale è in pieno sole, ma si colloca bene anche in una posizione di mezz'ombra.
La santoreggia non teme malattie e parassiti, perché è un repellente naturale per gli afidi, ed è in grado di proteggere anche gli arbusti che crescono nelle vicinanze.
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