Sin dall'antichità il dragoncello è associato alla figura del drago sia perché i cespugli ricordano la pelle spinosa dell'animale, sia perché le radici aggrovigliate sembrano dei piccoli serpenti. Nel Medioevo, infatti, si pensava che le sue foglie potessero guarire dal morso dei serpenti. In Italia si dice che arrivò nella zona del Mediterraneo ad opera di Carlo Magno che lo fece coltivare in Toscana nell’Abbazia di Sant’Antimo (Montalcino).
Il terreno ideale deve essere fertile, ben drenato e morbido.
Il dragoncello è una pianta erbacea con andamento cespuglioso e raggiunge un'altezza tra i 60 e 140 cm. Produce dei piccoli fiori di colore giallo, mentre le foglie sono molto sottili, di un bel verde acceso e lunghe circa 3-7 cm.
Le irrigazioni non devono essere abbondanti (se la pianta è in vaso), ed effettuate con parsimonia e prevalentemente nei periodi di siccità per le piante a terra.
La miglior posizione per la pianta è in pieno sole, ma al riparo dal vento sia in zone di pianura che collinari.
Il dragoncello non è molto attaccato dai parassiti, e l'unico che potrebbe danneggiarlo è la ruggine.
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