Informazioni sul FRUTTO e la RICETTA
Dopo la scoperta dell'America da di Colombo, la pianta si diffuse subito nel Mediterraneo, anche se solo come ornamento esotico negli orti botanici. In Sicilia, soprattutto, il fico d'India è fortemente radicato nel paesaggio come elemento naturale, quasi scenografico. La coltivazione odierna interessa gli stati dell'America centrale e meridionale, l'Africa, il Medio Oriente, la Turchia e il sud Italia.
Il terreno migliore è quello leggero, con una profondità di 20-40 cm, che non abbia ristagni idrici e sia concimato con un compostoo organico.
Si tratta di una pianta arborescente che raggiunge i 3–5 m di altezza. Il fusto è costituito da pale o cladodi, che hanno una forma appiattita e ovale, lunghi da 30 a 40 cm, e formano delle ramificazioni. I cladodi hanno la funzione di immagazzinare l’acqua e questo permette alla pianta di adattarsi anche in condizioni di siccità del terreno.
L'irrigazione deve avvenire quando il terreno è secco. In primavera-estate una volta alla settimana, in autunno-inverno una volta al mese, in base alla temperatura.
La pianta si svilluppa bene a temperature che superano i 6°C, mentre sotto lo zero limita la sua attività vegetativa fino al deperimento. In genere ha bisogno di molta luce, infatti l'esposizione più adatta è quella a sud.
I parassiti più diffusi sono: le cocciniglie, la farfalla del Cactus, la mosca mediterranea della frutta e le vespe. Tra i funghi, invece, la Botryosphaeria ribis e la ruggine scabbiosa.
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